I Maestri della fotografia : HENRI CARTIER-BRESSON

Nato in Francia nel 1908 e morto nel 2004, sempre in Francia, HENRI CARTIER-BRESSON è stato uno dei più grandi fotografi del secolo scorso, uno degli occhi più attenti e nitidi e forse il maggior esponente della fotografia Umanista.

Nato da una ricca famiglia francese, da giovane prova l'arte della pittura, ma capisce in seguito che non sarà quella la strada giusta da percorrere, virando così verso la fotografia. Per lui la fotografia in fondo non è altro che un estensione della pittura.

Da quella esperienza trasse l'attenzione dei dettagli nella vita quotidiana della pittura surrealista. 

Dopo una convalescenza a Parigi, che gli darà modo di cimentarsi in scatti surrealisti, tra il 1932 ed il 1935, insieme alla sua Leica, che non abbandonerà mai più, viaggia tra Europa e Messico; grazie a questi suoi scatti diventa famoso a New York come art photographer.

Dopo i primi anni impregnati di surrealismo, si interessa a fatti politici e sociali e si dedica al fotogiornalismo. Questo genere, ancora poco conosciuto e poco considerato, fu successivamente considerato una forma d'arte grazie al tocco di Henri, che nel 1947 insieme a Robert Capa, George Rodger, David Seymour e William Vandivert fonda l'agenzia Magnum (con la quale pubblicherà  "Il momento decisivo"  nel 1953).

"Le fotografie possono raggiungere l'eternità attraverso il momento" 

A differenza di Koudelkasuo amico e stimato collega, Henri ha dato massima attenzione all' Istante fotografico decisivo, tanto da farlo diventare una sorta di marchio di fabbrica.

E' stato da tutti riconosciuto sotto l'appellativo di "Occhio del secolo" proprio per questa sua capacità di cogliere l'istante perfetto nella fotografia; per questa abilità possiamo senza dubbio definirlo il pioniere del fotogiornalismo.

 

"Finita la guerra, ritorna al cinema e dirige il film Le Retour, documentario sul ritorno in patria dei prigionieri di guerra e dei deportati. Nel 1946 viene a sapere che il MOMA di New York intende dedicargli una mostra "postuma", credendolo morto in guerra: si mette in contatto con il museo e dedica oltre un anno alla preparazione dell'esposizione, inaugurata il 1947.

Negli anni successivi è negli Stati Uniti, dove fotografa per Harper's Bazaar." (fonte Wikipedia).

"Il suo approccio prevedeva di allineare testa, occhio e cuore, e di scattare più fotografie possibili, finché dalla massa non ne emerge una in cui tutti gli elementi sono disposti perfettamente e sono capaci di simbolizzare un evento, una persona o un luogo". (fonte www.grandi-fotografi.com)

Successivamente, dagli anni 50 intraprende una lunga serie di viaggi intorno a tutto il mondo, toccando pure paesi dove ancora non aveva messo piede nessun fotografo occidentale; visiterà nuovamente il Messico, poi il Canada, Cuba, Giappone, Cina, India, Unione Sovietica, Italia, Spagna e tanti altri.

Alla fine degli anni '60 Cartier-Bresson vira nuovamente verso la pittura, il suo più grande amore, e contestualmente diminuisce gradualmente la produzione fotografica, ad eccezione delle foto ritratto, almeno fino al 1980 (il culmine con la foto ad Hortense Cartier-Bresson).

Oltre ad Hortense, nella sua lunga vita Henri ha fotografato diversi personaggi di spicco del panorama mondiale; tra essi ricordiamo soprattutto Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Ezra Pound, Marilyn Monroe, Richard Nixon, Marcel Duchamps, Jean Paul Sartre, Henri Matisse, Coco Chanel,Robert Oppenheimer.

Ha dichiarato : "In realtà di per se la fotografia non mi interessa proprio; l'unica cosa che voglio è fissare una frazione di secondo di realtà"

Nel 2000 insieme alla moglie ed alla figlia crea la Fondazione Henri Cartier-Bresson, per dar modo a tutti gli artisti di avere uno spazio espositivo. Nel 2002 la fondazione venne riconosciuta Ente di Pubblica Utilità dalla Francia. La fondazione contiene un vasto numero di opere dello stesso Cartier-Bresson e di molti altri artisti.

Muore nella sua Francia, a Céreste nel 2004 alla veneranda età di 95 anni.

«Io sottoscritto Henri Cartier-Bresson, domiciliato al 198 di rue de Rivoli, Parigi, dichiaro quanto segue. Ho sempre firmato e dedicato le stampe di mie fotografie a coloro ai quali intendevo donarle; tutte le altre stampe che recano solamente timbri o etichette Magnum Photos o il mio nome, Henri Cartier-Bresson, sono di mia proprietà. Tutti coloro che detenessero queste stampe non potranno invocare la buona fede»

Oltre a questa dichiarazione, Henri lasciò la disposizione alla sua famiglia secondo la quale non si permettono più stampe delle sue foto, per evitare che si possono creare sfruttamenti non dovuti da parte di terzi non autorizzati. Non voleva che alle sue foto venisse dato un valore commerciale che non ne rispecchiasse l'intrinseco valore artistico.

Donò 26 fotografie al comune di Tricarico, paese natale di Rocco Scotellano,

Nel 1972 vince il Premio Nadar, conseguito per aver pubblicato il libro fotografico "Viva la Francia".

Nel 1982 vince l' Hasselblad Award.

Ecco alcune delle sue frasi più celebri:

"Le prime 10.000 fotografie sono le peggiori" ;

"Ho capito all'improvviso che la fotografia poteva fotografare l'eternità in un attimo" ;

"La fotografia è una azione immediata, il disegno una meditazione" ;

"È necessario sentirsi coinvolti in quello che si ritaglia attraverso il mirino (....). Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo un fatto e l'organizzazione rigorosa delle forme percepite visualmente che esprimono e significano quel fatto. È mettere sulla stessa linea di mira la testa, l'occhio e il cuore. È un modo di vivere...." ;

"Fare un ritratto per me è la cosa più difficile. Difficilissima. È un punto interrogativo poggiato su qualcuno" ;

"Non ho mai abbondato la Leica, qualunque altro tentativo mi ha sempre fatto tornare da lei.[...] Per me è LA macchina fotografica".

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